Sappiamo abbastanza bene ormai quali sono pro e contro dell’uso dei personal computer in musica così come in altre pratiche professionali.
C’è un dibattito aperto che va avanti da parecchi anni e che coinvolge sostenitori dell’una o dell’altra sponda.
Come spesso succede nella maggior parte dei casi, discussioni molto lunghe sono tali proprio per l’impossibilità di arrivare a un giudizio finale che sia inappellabile.
La verità è che non ci sia un meglio o un peggio, ma semplicemente quello che più si adatta alle esigenze di ognuno, dettate da budget, expertise, obiettivi, gusti e molto altro ancora.
Fermandosi a riflettere un momento appare subito molto chiaro come questo sia frutto inoltre dell’opulenza di offerta presente sul mercato.

Ben venga l’abbondanza
In passato non c’era grande possibilità di scelta: se c’era l’intenzione ad esempio di produrre musica le spese da sostenere per spazi e attrezzatura rappresentavano un primo scoglio, seguito poi da tutto il resto del bagaglio di competenze necessarie a far funzionare precisi strumenti.
Oggi con un pc tutto è diverso, le possibilità sono tantissime e siamo qui a discutere se sia meglio l’una o l’altra cosa, quindi ben venga l’abbondanza.
Se i computer vengono usati in ogni aspetto della vita quotidiana perché non inserirli anche nella routine della produzione musicale o nei dj set? Era solo questione di tempo prima di vedere in console o sul palco la fisionomia del laptop che si accompagna a quello che già siamo abituati a vedere come giradischi, mixer o altro ancora.
Il laptop
C’è chi prova ad argomentare che affidarsi al pc comporti maggiori pericoli ma al giorno d’oggi questo è un elemento che non si può affermare in maniera unilaterale.
Il computer è uno strumento come altri e che deve ricevere la giusta manutenzione e le giuste attenzioni per farlo funzionare nel tempo in maniera corretta.
Questo atteggiamento è lo stesso che i musicisti ad esempio hanno con la loro attrezzatura: pensiamo a un batterista che cura i suoi tamburi, cambia le pelli ciclicamente, pulisce piatti e meccaniche per combattere l’ossidazione e così via.
Gli esempi da fare sarebbero molti. Dj e producer o chiunque lavori con strumenti informatici di qualsiasi natura deve tenere lo stesso approccio.
Quello che cambia sono le concrete possibilità offerte dalle piattaforme scelte insieme al fatto che un pc portatile è pensato per fare un milione di cose, quindi se parallelamente all’attività musicale questo è usato anche per una moltitudine di attività quotidiane vado ad aumentare il rischio di incorrere in problemi e futuri crash.
Daw e hardware
Al Musiclab i corsi di formazione sono incentrati su software e DAW così come su strumenti indipendenti, hardware pensati per operare senza il cervello informatico.
Alla radice c’è la passione per la musica e la creatività, ciò che si utilizza e il modo in cui lo si fa non deve necessariamente essere una barriera o portare per forza a determinati risultati.
Che si usi un pc o meno si tratta solo di tools, di approccio, di esigenze e ragioni del tutto personali.
Di tutta l’attrezzatura di cui disponiamo tendiamo a dimenticarci spesso che lo strumento più potente di tutti è il nostro orecchio.
E tu? Cosa pensi sia meglio?
Un computer e le sue espansioni, oppure hardware dedicati a pochi o singoli scopi?
A quale squadra appartieni? Standalone o PC?
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