Se esiste una figura professionale che sfugge a qualunque definizione è quella del Producer, assai difficile da inquadrare secondo criteri di competenza o in base a elenchi di mansioni svolte nell’ambito dell’industria musicale.
Una prima grande distinzione da fare è tra l’uso del termine producer per identificare il mestiere di chi aiuta altre persone a produrre musica, dando concretezza alle loro aspirazioni artistiche, e l’uso del termine per descrivere chi autoproduce la propria musica.
In tutti i casi è l’evoluzione tecnica nel campo della registrazione e della manipolazione dei suoni ad aver creato le condizioni per l’emergere di figure “specializzate” nella produzione musicale.
Un tempo il mondo si divideva tra chi componeva la musica e chi la eseguiva; dal grammofono in poi la possibilità di registrarla su dei supporti e riprodurla a piacimento ha dato origine all’industria discografica e alla figura del produttore discografico, in certi casi un producer ante litteram.
Dagli anni ’50 del ‘900 in poi, man mano che venivano introdotti nuovi strumenti per produrre e trattare i suoni, prima analogici e poi digitali, l’arte del produrre musica si è progressivamente disarticolata in mille forme al seguito dei tanti apparati tecnici inventati dall’estro umano.
Oggi l’informatica musicale, con i suoi innumerevoli strumenti, offre a chiunque la possibilità di creare musica e diventare un producer di successo, ma acquisire tutte le competenze per padroneggiare quest’arte non è facile e richiede notevoli dosi di passione e abnegazione, oltre a una buona misura di talento naturale.
Di seguito proveremo a riassumere quali sono le competenze ideali da acquisire per diventare un bravo producer. Per farlo ci serviremo di esempi, elenchi, analogie e differenze in una successione arbitraria che cerca di offrire un quadro d’insieme senza alcuna pretesa di essere esaustivi.
Essendo impossibile dare una definizione univoca di chi è e cosa fa un produttore musicale, cercheremo di tratteggiarne la figura facendola emergere da una moltitudine di prospettive tutte ugualmente valide, come in un quadro cubista.
Il Producer è un facilitatore…
Volendo azzardare una definizione generale, potremmo dire che il Producer è un facilitatore del processo di produzione musicale, vale a dire dell’insieme di fasi che includono la creazione, la registrazione, la manipolazione e la distribuzione di un’opera musicale.
É evidente che dentro una definizione così generica si apre un universo di possibili attività, tutte alla portata del Producer, dato che il limite alla quantità di cose che può fare un Produttore Musicale deriva solo dall’estensione delle sue competenze e delle sue capacità creative.In questo senso il produttore musicale è colui che aiuta un autore, un’artista o una band a realizzare un prodotto musicale finito che sia del più alto valore artistico possibile. Il suo lavoro si svolge potenzialmente in tutte le fasi della produzione musicale: pre-produzione, registrazione, post-produzione.
Un producer può contribuire in innumerevoli modi alla realizzazione di un brano musicale o un intero album:
- composizione e arrangiamento;
- scelta degli strumenti musicali;
- scelta dei musicisti;
- indicazioni di stile;
- selezione di suoni campionati e di sintetizzatori
- mix e mastering;
- effettistica e post-produzione;
- supervisione artistica e collaborazioni;
- programmazione delle sessioni di lavoro e gestione del budget di produzione.
Intervenendo in tutti questi momenti, e altri ancora, il Producer influenza la produzione musicale in modo così rilevante che il diritto statunitense (non quello europeo) arriva a riconoscergli i diritti d’autore. Il suo contributo è un apporto creativo vero e proprio con un impatto decisivo sulla qualità finale del brano musicale o dell’intero progetto discografico.
Non è un caso che oggi alcuni Producer godano di una fama simile a quella degli artisti che producono.
Il producer può non essere un musicista…
Se non deve necessariamente saper suonare un producer cosa deve assolutamente saper fare? Il produttore è la persona che capisce cosa manca a un prodotto musicale grezzo per diventare un prodotto finito che può funzionare.
Ogni volta saranno aspetti diversi a fare la differenza: un suono, un arrangiamento, un ritmo o un riff, degli aggiustamenti al testo di una canzone, un qualunque aspetto nella composizione di un brano che va personalizzato per tirar fuori il marchio distintivo dell’artista.
Un bravo producer riesce a lavorare intorno al pezzo in modo da eliminare il superfluo ed esaltare i punti di forza, portandolo alla sua forma definitiva, quella che l’artista era incapace di visualizzare da solo.
Il produttore musicale è un po’ tecnico-artigiano e un po’ regista, si muove con un gran intuito a cavallo di due mondi per dare a un prodotto musicale un’identità estetica e stilistica precisa, tagliata su misura dell’artista che ne richiede il servizio.
Alla fin fine un producer è quello che sa cosa bisogna fare per arrivare a produrre un brano musicale con velleità di successo.
Il producer deve avere orecchio e, possibilmente, un’ampia cultura musicale
Non parliamo di orecchio assoluto, sebbene non guasti, parliamo di capacità di distinguere e seguire separatamente le parti strumentali di un brano, di comprendere pattern e ripetizioni, di riconoscere i suoni, di cogliere lo stile dominante di un pezzo e le sonorità secondarie, di afferrare il ritmo e saperlo manipolare, di saper distinguere tra melodia e armonia, fra stili e generi musicali, riconoscere gli autori di brani e canzoni.
Insomma, un buon produttore musicale deve possedere un ampio spettro di soft skills e, insieme, deve ascoltare tantissima musica, di tutti i generi e le categorie, sviluppando ottime capacità critiche, affinando il gusto, ma anche ampliandone la portata, in modo da imparare ad apprezzare il valore contenuto in ogni genere musicale.
É impossibile pensare di poter contribuire a plasmare l’identità di un artista o, più limitatamente, di un’opera, senza saper cogliere il quid che rende speciali gli artisti affermati o che fa di un brano un classico.
Strumentazione e software usati dal produttore musicale
Qualunque strumento sia funzionale a catturare, registrare, manipolare e diffondere suoni rientra nell’ambito d’interesse di un Producer:
- Computer
- Scheda audio
- Digital Audio Workstation (DAW):
- ecc.
- Processori di segnale / Effettistica
- Groove Box
- ecc.
- Campionatori
- Sintetizzatori
- MIDI Controller
- Mixer
- Cuffie
- Diffusori
- Microfoni
- ecc.
Il Producer ormai è anche un tecnico del suono e viceversa…
Le competenze e le mansioni proprie di un tecnico del suono sono molto ampie e si sovrappongo in parte a quelle di un producer, laddove entrambe le figure hanno a che fare con strumenti di cattura, editing e processamento dell’audio.
Potremmo dire che dove finisce il lavoro del tecnico del suono comincia quello del producer, vale a dire che dove finisce l’ambito più strettamente tecnico (il tecnico del suono o fonico ha una formazione prettamente tecnica), inizia a contare la creatività, l’orecchio, l’intuito musicale, il gusto, le facoltà combinatorie, le conoscenze più strettamente musicali.
Se un microfono gracchia, un diffusore va in distorsione o c’è da eliminare un rumore di fondo, interviene il tecnico del suono, ma se bisogna selezionare che suoni usare in un brano, quale strumento far entrare in una certa battuta, con chi potrebbe duettare l’autore di un pezzo, allora si ricorre al music producer.
E anche vero che le odierne esigenze di mercato tendono a unire queste due professionalità. È un po’ triste ammetterlo, ma i budget di produzione sono sempre più contenuti e sovente gli addetti ai lavori devono saper spaziare dall’ambito artistico a quello tecnico con una certa disinvoltura.
In una situazione ideale, le figure del producer e del tecnico del suono sono distinte e complementari.
A un produttore di musica elettronica si richiedono le stesse competenze di un Producer che lavora con musicisti?
Evidentemente qui troviamo il grande discrimine fra le due figure. Tendenzialmente a decidere quali competenze sono richieste a un producer è il livello di complessità musicale che deve trattare.
Il livello tecnico dei musicisti detta le esigenze reali, va da sé che una band di jazz o un autore di musica trap avranno esigenze ben diverse all’ora di concretizzare una produzione musicale.
Nell’ambito della pura produzione di musica elettronica il mondo degli strumenti musicali e degli apparati a essi relazionati perde di rilevanza, mentre diventano preponderanti le DAW e le librerie musicali legate ai sottogeneri della musica elettronica.
Nelle innumerevoli situazioni intermedie, in cui l’elettronica complementa la musica strumentale, quanto più estese sono le competenze del producer tanto più sarà in grado di estrarre o aggiungere valore al materiale più o meno grezzo portato in dote dall’artista.
Il producer di musica elettronica non è necessariamente un Dj Producer
Questa evoluzione è stata prodotta dalla proliferazione di DAW, software di produzione musicale, che consentono la realizzazione di tracce musicali con metodi ITB (In The Box) interamente sviluppati all’interno di personal computer.
Così come un Dj (dal classico Disk Jockey che mette musica alle feste, fino ai Dj di fama internazionale) non deve necessariamente produrre la sua musica, ma può limitarsi a mixare musica altrui, così un produttore di musica elettronica può non aver mai fatto il Dj.
Le due figure possono coincidere nel personaggio del Dj Producer, ma senza alcuna necessità.
Che differenza c’è tra Producer e Beatmaker?
Il beatmaker è un producer che lavora nell’ambito della musica hip-hop, e dei generi affini, producendo basi musicali e sequenze anche per il live.
Il beatmaker usa drum machine per costruire la base ritmica di un brano (il beat).
È quello che facevano pionieri come Afrika Bambaataa e Grandmaster Flash, e in tempi più recenti Dr. Dre e Timbaland.
Che differenza c’è tra Produttore Musicale e Produttore Discografico?
Il produttore discografico è il rappresentante di una casa discografica con il compito di aiutare un artista a produrre, pubblicare e distribuire il suo prodotto su supporti fisici o attraverso le piattaforme di streaming audio.
A seconda dei casi il produttore discografico può supportare l’artista o la band:
- scegliendo le collaborazioni artistiche;
- realizzando provini;
- selezionando i brani musicali che comporranno l’album;
- esercitando un potere d’indirizzo sullo stile della produzione;
- promuovendo la musica realizzata e individuando i canali di distribuzione;
- organizzando tour;
- ecc.
Per diventare un produttore musicale ci vuole passione e voglia di imparare
Da quanto detto finora si comprende facilmente come la professione del produttore musicale non s’impari su un manuale d’istruzioni, ma si costruisca nel tempo con studio, dedizione e tanta pratica.
La musica strumentale richiede livelli di conoscenza (teorica e tecnica) più elevati e adeguati al tipo di musica che si vuole creare.
La produzione di musica elettronica, invece, non richiede necessariamente conoscenze teoriche o la capacità di suonare uno strumento, per questo risulta molto accessibile ai giovani che spinti dalla passione cominciano a usare DAW e altri software con risultati variabili a seconda delle capacità personali e del tempo investito.
A molte persone, un corso di produzione di musica elettronica risulta fondamentale per imparare nozioni e tecniche che altrimenti sarebbe complicato acquisire.
Le lezioni di docenti esperti e il confronto con i compagni di corso moltiplicano esponenzialmente le occasioni di apprendimento, fornendo agli allievi tanti spunti d’interesse e nuovi approcci.
Immersi in un ambiente ricco di stimoli diventa più facile alimentare la propria creatività e trovare il proprio stile.
Con un po’ di studio e applicazione diventare un music producer è alla portata di tutti, e anche quando non si aspira a diventare dei professionisti in campo musicale, restano le abilità per continuare a divertirsi e alimentare la propria passione.
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