Un quarto di secolo è un traguardo importante in ogni ambito della vita.
Al giorno d’oggi poi il tempo corre veloce e 25 anni sembrano un’era geologica.
Nel settore della musica, degli strumenti, delle nuove tecnologie e dei software questo si applica alla perfezione.
Tutto viaggia in maniera molto rapida, continue evoluzioni, cambiamenti, aggiornamenti e nuove tendenze mutano di continuo gli scenari.
Non esiste più l’idea di strumento definitivo o scelta che possa risultare permanente ad esempio parlando di performance musicale o di lavoro in studio.
I programmi vanno sempre aggiornati e di conseguenza gli hardware che sono ad essi associati, così come gli stessi computer propongono sistemi operativi sempre nuovi e si va verso una saturazione del mercato e del livello di sopportazione degli utenti.
La musica lascia il segno anche grazie all’attrezzatura e agli strumenti e a fare la storia negli ultimi anni sono stati anche i prodotti usciti dai laboratori di Native Instruments, che si trova così a celebrare i 25 anni di attività.
l’azienda nasce a berlino nel lontano 1996.
Propone dal principio software e plugin dedicati a producer e a coloro impegnati nella fase di produzione e registrazione.
Inizia quindi il suo cammino in campo informatico con un team di programmatori che inonda il settore di strumenti che nel corso degli anni farà la differenza e cambierà il modo di lavorare e di fare musica, così come segnerà in maniera indelebile il sound del nuovo millennio.
Basti pensare a Massive, Kontakt, Reaktor, Battery, Guitar Rig e molto altro ancora.
Una serie trasversale di prodotti pensati non solo per la musica elettronica ma per tutti i tipi di sound.
Si deve anche pensare che nella seconda metà degli anni Novanta la musica elettronica e la computer music stavano per entrare in quella che può essere definita come epoca dell’oro.
Prima di quel momento c’erano sintetizzatori e drum machine, si registrava su bobina e principalmente quello che si sentiva era tutto suonato da esseri umani.
Sarebbe sufficiente quanto fatto nei primi anni per assicurarsi di vivere di rendita e avere per sempre un posto speciale nel cuore degli addetti ai lavori, ci viene da pensare a quanto Skrillex debba essere debitore a Native Intsruments e Massive per il suo suono Dubstep degli esordi e per il suo successo.
La lista di prodotti rilasciati si allunga e all’inizio del nuovo millennio viene rilasciato sul mercato quello che forse ha contribuito in maniera più importante a decretare il successo della casa berlinese: Traktor.
Un vero e proprio “game-changer” per tutta la dj industry, una pietra miliare del djing digitale per gli anni a venire.
Per molto tempo Traktor è stato leader indiscusso tra i programmi pensati per i dj, ha contribuito a formare intere generazioni di performer e ha consolidato l’uso del computer e dei software tra i professionisti.
NI ha sicuramente dato la possibilità a molti di avvicinarsi a questa disciplina, i software dj infatti senza dubbio aiutano e rendono l’approccio più semplice, fondamentale in un’epoca in cui è sempre meno la pazienza a disposizione e il tempo che concediamo a noi stessi per imparare e capire.
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A rinforzare i ranghi arriva poi anche Maschine, il debutto di Native Instruments tra le DAW, il grande passo che la porta a competere con giganti quali Logic (nel frattempo acquisita da Apple), Ableton, Steinberg e altri ancora.
Maschine è un software di produzione musicale, pensato per essere intuitivo e facile nell’utilizzo e che integra direttamente al suo interno molti virtual instruments proprietari NI.
Anzi questo vuole essere un punto di forza del prodotto che per competere in maniera reale deve puntare ad offrire qualcosa di diverso e appetitoso per un pubblico generalmente molto difficile da conquistare.
I producer sono diffidenti e una volta trovato il loro sistema raramente cambiano strada.
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La casa tedesca è stata la prima a mettere insieme la sfera della produzione musicale e quella dei dj: Maschine infatti e i suoi hardware (Studio, Mikro, Jam, Mk3 etc.) sono pensati per funzionare anche all’interno di Traktor in fase di performance.
Cosi’ come comunicano Ableton e Serato storicamente attraverso il bridge o “link” anche Maschine e Traktor possono essere considerati fratelli, metafora che calza a pennello vista la medesima genitorialità.
Con uno sguardo rapido ma abbastanza ampio è possibile capire l’importanza di questa azienda nell’intera industria musicale e guardare lo storico spesso aiuta a comprendere che molto ci sarà ancora da aspettarsi dagli amici di Native Instruments.
Chi ha alle proprie spalle un percorso fatto di creatività, innovazione e grandi successi non ci farà di certo aspettare per nuove sorprese.
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