Questa volta parliamo di persone che hanno reso grande il mestiere di dj o che in qualche maniera hanno cambiato le regole del gioco e scombinato tutto quello che si pensava di sapere o di aver capito.
Il personaggio in questione è Sir David “Ram Jam” Rodigan.
L’immagine è tutto, o no? Nella musica come ormai nella vita, soprattutto ora che viviamo l’epoca dei social e della costante sovraesposizione.
Una delle figure più incredibili di tutto il mondo della musica è David Rodigan.
Il sentimento al momento della stesura è di sopraffazione da parte del sottoscritto, tante sono le cose che ci sarebbero da dire sul personaggio e tanta la paura di non riuscire a trovare le parole giuste.
L’idea è quella di scatenare un po’ di sana curiosità qualora poi si volesse approfondire la sua conoscenza.
C’è subito da dire che siamo di fronte al dj reggae per eccellenza, colui che più di ogni altro ha contribuito alla diffusione del sound dell’isola caraibica, partendo dal Regno Unito con il suo show radiofonico e poi in tutto il mondo con incessanti serate nei club.
David Rodigan ha scoperto di amare alla follia ciò che la Giamaica produceva musicalmente già dalla metà degli anni sessanta e ha portato ovunque la sua passione.
Vedendolo in foto verrebbe da strabuzzare gli occhi: classe 1951, bianco, pelato, con grossi occhiali e un fisico e portamento da uomo della classe media britannica, il prototipo’ di “middle class man” che vedi in un qualsiasi ufficio o sportello delle poste.
Impossibile pensare che questa figura sia in realtà il più importante, rispettato e soprattutto fanatico divulgatore di reggae music al mondo.
L’immagine è tutto d’altronde no? C’è da guardare a Rodigan soprattutto oggi, in cui il focus nelle carriere musicali è assai frequentemente spostato su come ci preoccupiamo di apparire.
Ho avuto la fortuna di lavorare in alcuni eventi con lui protagonista, ho potuto quindi osservarlo da vicino e devo ammettere sia stata una grande lezione: raramente ho visto performer così patiti, grintosi e letali per un dancefloor.
Capace di infuocare ogni situazione solo con la sua presenza e personalità, non potevo credere ai miei occhi, un anziano e fragile ometto inglese, gentile e calmo nei modi, che una volta salito in console non ha rivali.
Non si è mai curato di cambiare più di tanto la sua immagine, di adeguarsi al format del dj dal sound quasi esclusivamente black, e non lo fece nemmeno quando fu rifiutato a un’audizione radiofonica della BBC negli anni Settanta proprio perché era bianco e non aveva il look giusto. Peccato poi sia stato richiamato e fu riconosciuto l’errore, sarebbe stato imperdonabile.
Tanto importante il suo lavoro da diventare nel 2011 Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico, una delle onorificenze più importanti del Regno Unito.
Sir David ricevette il titolo direttamente dalle mani della Regina.
Vederlo all’opera dal vivo è stato un dono e oggi anche grazie ai contenuti online è possibile dare uno sguardo da vicino al suo mondo e scoprire qualcosa di più sulla sua vita e sul suo modo di fare.
Ciò che emerge è l’inesauribile passione per la musica, tanto da farlo sembrare un ragazzino nonostante i settanta anni d’età.
Una leggenda, tra gli immortali di questa disciplina.
0 commenti